Il viaggio che da Tirana porta a Berat non è tra i più belli che si possono immaginare. Se poi per viaggiare si usano, come ho fatto io, i mezzi di trasporto privato che in Albania sostituiscono i trasporti pubblici, il viaggio è ancora più lungo, scomodo e limitante. Il mio consiglio è di usare un mezzo privato, un’auto a noleggio o la tua moto. La strada da percorrere è un misto di “superstrada” (con tutte le riserve che l’interpretazione del termine ha in Albania) e strade provinciali con qualche attraversamento di piccole città o villaggi. Il paesaggio è vario, prima si percorra l’autostrada da Tirana a Durazzo, poi si prosegue verso Sud in direzione di Valona costeggiando il mare per poi deviare nell’interno a metà strada e proseguire nelle campagne fino ad arrivare a Berat.
Una volta arrivati però tutte le fatiche del viaggio sono pienamente riparate. La città sorge sulle rive del fiume Osum che la divida in due: Da una parta Mangalem e dall’altra Gorica. Queste le due parti più vecchie della città mentre sulla collina ecco il Castello, il terzo quartiere “antico” mentre a Nord si è sviluppata la città “nuova”.
Le sorprese arrivati a Berat sono tante: La prima tra tutte è la caratteristica dei due quartieri storici Gorica e Mangalem che si distinguono immediatamente dal tutto il contesto a cui ci ha abituati l’Albania: L’architettura è atipica per questo paese le lo stato di conservazione della maggior parte degli edifici è incredibilmente buono. Altra caratteristica che coglie di sorpresa è che la maggior parte gli edifici sono stati ristrutturati ed adibiti, oltre che ad abitazione, alle più svariate attività (comprese ristorazione e alloggi per turismo) senza deturparne l’aspetto originale e questa è una vera novità per un paese in cui, il comunismo prima e l’assenza di regole urbanistiche dopo, hanno restituito paesaggi deturpati dal cemento e dalla “fantasia” dei proprietari degli immobili. Io la interpreto come l’ennesima dimostrazione del senso estetico innato dell’uomo, che qui, pur avendo la possibilità e la necessità di variare lo stato dei luoghi, ha saputo riconoscere la particolarità architettonica della città e l’ha miracolosamente rispettata.
Un’altra meraviglia di Berat è il suo castello: Antichissimo e impregnato di storia. Visitarlo è un’esperienza unica! Il volto di Costantino è chiaramente stato un monito per tutti quelli che dopo di lui ci sono passati e uno sguardo al panorama che si gode da lassù rivela a chiunque l’importanza strategica che questa rocca deve avere avuto nei secoli. Peculiarità rarissima di questo castello è che è ancora abitato, e che anzi, rappresenta un vero e proprio quartiere della città e al suo interno si alternano, in edifici vecchi di millenni, case private, piccoli esercizi commerciali, e locali pubblici perfettamente integrati nel contesto e per nulla inopportuni. Una vera e propria lezione di civiltà che l’Albania da a tutti quei posti (penso a Pompei e ad Agrigento) in cui negozi di souvenir e paninerie ambulanti schiaffeggiano le rovine che hanno superato la prova del tempo.
Al termine della visita del castello, e dopo la faticosa salita per raggiungere la sommità della collina su cui sorge (che vi consiglio di affrontare in macchina), vi attende un’altra delle meraviglie di Berat e dell’Albania: Il cibo. La cultura gastronomica di questo paese è sottovalutata anche dai suoi stessi abitanti. Quello che vi metteranno in tavola, se avrete la fortuna e l’astuzia di selezionare uno dei ristoranti in cui la tradizione ha resistito alla invasione dello “junk food”, sarà un vero e proprio capolavoro della tradizione culinaria albanese. Nei millenni della sua storia la cucina tipica Albanese ha selezionato ricette che poi sono state tramandate fino a noi ma non chiedetemi il nome dei piatti, gli ingredienti o come ordinare perché di quello che ho mangiato ricordo solo l’estasi dei sapori, alcuni nuovi e mai provati ed altri riscoperti nell’archivio dei ricordi che custodiva il sapore del cibo genuino, non trattato e davvero “Bio”.
“Biftek Vienez” Bistecca Viennese