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Biker si nasce

Jpeg

L’amore per la motocicletta ce l’hai fin da bambino oppure no.
Vi è mai capitato di osservare negli occhi di un bambino in carrozzina una luce gioiosa che si accende al passaggio, al suono o alla vista di una grossa moto scintillante e roboante?

Io ero così sin da piccolo.
Da adolescente pensavo che ad attirarmi fossero i CV, la velocità, le cromature e l’odore della benzina.

Col mio primo motorino (SI Piaggio) mi interessava solo impennare e sgommare.
Con la Cagiva Elephant 2 125 volevo fare colpo sulle ragazze, sfrecciare negli sterrati e muovermi in autonomia a 130 km/h
Con la Yamaha TT 600 mi interessava solo fare rumore, sollevare fango e riuscire a farla partire senza rompermi una gamba.
Con la TDM 900 ho percorso 100.000 km ed ancora ne voglio percorrere tanti ma è proprio percorrendo così tanti km, viaggiando e vivendo la moto tutti i giorni che ho capito che la vera grande attrattiva del muoversi su due ruote è la libertà.

Nessuna fila, al semaforo sempre in Pole, nel traffico svicolante, in autostrada sfuggente.
Sempre primo, sempre davanti, sempre libero di cambiare direzione in un attimo, di sfuggire alla fila con un colpo di gas e di salutare gli amici semplicemente dicendo “ciao” da sotto il casco.

Muoversi in moto è molto più che spostarsi nello spazio.
Una scelta così scomoda implica la scelta di uno stile di vita che antepone priorità individuali, egoistiche e libertarie che vanno oltre l’aver preferito un modo di spostarsi anzichè un altro e arrivano fin nella parte più intima di un’anima che sacrifica comodità, sicurezza e salute in cambio della libertà.

E’ per questo che i motociclisti veri si salutano per strada, si aiutano quando possono e si rispettano. Lo fanno perché, al primo sguardo, capiscono di appartenere ad un gruppo di audaci, folli e irreversibilmente inamorati della vita.

E’ la vita vissuta al massimo il vero motivo per cui si sceglie la moto e non l’automobile!
Non parlo di velocità o di gomiti che sfiorano l’asfalto ma di quella sensazione di libertà che solo due ruote ed un potente motore riescono a dare; della consapevolezza che per andare ovunque ti basta avere la benzina.

Fermarsi al semplice spostamento nello spazio però è limitante. Perché il vero centauro ha bisogno della libertà sempre e comunque e non solo quando è in sella alla sua moto.
Ad un certo punto la moto diventa solo uno dei sintomi più evidenti di uno stile di vita preciso che mette sempre al primo posto l’individualità, l’autonomia, l’indipendenza e la voglia di avventura.
Si cercano i viaggi lunghi in solitaria, gli amici che ti capiscono, il lavoro che non ti opprime ed il partner che ti accetta per quello che sei.

Ti rendi conto che non cambierai mai, perché non vuoi farlo e perché ti piace davvero tanto essere come sei quando sei in moto, quando ti muovi tra gli altri, quando ti relazioni con gli amici o ami la persona che hai accanto.

Arriva un momento in cui capisci che da bambino, quando ti brillavano gli occhi quella che inseguivi con lo sguardo non era la cromatura della moto ma l’aurea di libertà che vedevi intorno al centauro che la guidava e che non sei mai stato così saggio come quando eri legato dalle cinghie del passeggino o in questo esatto momento in cui realizzi chi sei, cosa vuoi e come vuoi vivere.

Quindi a 47 anni suonati compri una moto che è una bomba, scomoda e scorbutica ma esaltante nella piena consapevolezza di fare la scelta giusta e di inseguire la felicità la dove l’avevi lasciata sfuggire da bambino e ricoprendoti, finalmente, di quell’aurea magica che prima di rappresentare la velocità o la forza rappresenta il tuo modo di essere, il tuo stile di vita e il tuo carattere nell’unica essenza in cui ti riconosci e ti senti felice.

Ti fai scattare una foto da uno sconosciuto proprio dal concessionario Honda e riguardandoti a casa lo ritrovi nei tuoi occhi, quello sguardo che cercavi da tanto tempo, quella luce nei tuoi occhi che temevi non si sarebbe riaccesa mai più.

La felicità dura poco, pochissimi brevi momenti in cui tutto è nel posto giusto.
Riuscite ad immaginare un momento più felice per un centauro che quello in cui ritira la moto nuova dal concessionario?

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