Il Castello di Ali Pasha a Porto Palermo è una delle sorprese più inaspettate che si trovano nella meravigliosa riviera del sud dell’Albania. Io ci sono arrivato in moto dopo un viaggio incredibile in cui l’alternanza tra i tornanti delle montagne e i tratti di litoranea è così rapida da sorprendere dietro ogni curva. La baia di Porto Palermo è un vero e proprio rifugio naturale; una rarità lungo la costa dell’Albania in cui trovare ampie insenature è praticamente impossibile. Nulla di più strano quindi se la baia di Porto Palermo sia stata, fin dalla più remota antichità, utilizzata da naviganti e pescatori come rifugio naturale. Anche oggi i diportisti che incrociano lungo la costa albanese la considerano come uno dei pochissimi posti in cui trovare riparo in caso di tempesta.
Proprio al centro della baia c’è un’isola (o per meglio dire una penisola unita alla terra da una sottile striscia di terra) su cui sorge il Castello di Ali Pasha.
Si tratta di uno dei posti più belli da visitare lungo la costa del sud. La sua origine è raccontata con orgoglio da tutti gli albanesi ed anche se ognuno di loro racconta la leggenda con qualche piccola differenza quasi tutte convergono su una cosa: Ali Pasha da Tepelene fece costruire la fortezza per la moglie, non si sa bene il perché mai i più romantici tra gli albanesi piace raccontare che fu un pegno d’amore.
All’arrivo a Porto Palermo la prima cosa che colpisce è la bellezza dei luoghi: proprio al centro dell’insenatura è costruito il castello. L’insenatura è una vera rarità in una costa in cui predominano le scogliere a picco sul mare e un profilo lineare e privo di irregolarità.
Il castello è conservato molto bene forse perché non è mai stato abbandonato davvero e sempre utilizzato per vari scopi: durante la seconda guerra mondiale era una roccaforte e per tutto il periodo comunista una avamposto di guardia utilizzato dalla marina (all’interno si leggono ancora chiaramente le iscrizioni lasciate dalla marina italiana negli anni ’30).
Visitarlo è una esperienza capace di catapultarti in diversi periodi storici contemporaneamente: entrando nel buio delle sale al piano terra sembra di tornare ai tempi antichi in cui la moglie di Ali Pasha si aggirava in quelle stanze e le belle riproduzioni appese nei saloni contribuiscono a creare l’atmosfera. Salendo al piano superiore le grandi terrazze fortificate riportano alle lunghe notti di guardia passate a scrutare il mare aspettando gli assalitori che in tutti i tempi hanno provato ad espugnare il castello.
I bossoli di cannone che adornano il giardino dei ristoranti vicini al castello confermano i racconti dei sub che hanno trovato sul fondo ogni genere di residuo bellico appartenente ai vari periodi storici: dalle palle di mortaio dell’ottocento ai proiettili perforanti degli anni ’40; il castello è stato sempre assalito e presidiato riconfermando quello che Ali Pasha aveva previsto: una baia così bella era destinata ad essere scelta come punto di ingresso in Albania e presidiarla con una maestosa fortezza era un dovere per un saggio governante ma lui la scelse per espugnare e conquistare per l’eternità l’amore della sua bellissima moglie ed in questo lui e tutti gli albanesi che tramandano la leggenda ci insegnano che sarebbe più bello se la storia raccontasse la forza dell’amore che costruisce opere immortali invece che delle battaglie che hanno provato a cancellarle.
E’ bello pensare che gli albanesi ricordano e tramandano la leggenda del castello costruito come pegno d’amore piuttosto che le infinite battaglie che si sono combattute sotto quelle mura.