E’ strano come la vita alle volte sia in grado di stupirci. Una situazione non voluta e non programmata nata dall’esigenza di far fronte ad un’emergenza si è trasformata nella fantastica opportunità di vivere un’esperienza incredibile. Giorno dopo giorno e notte dopo notte il tempo trascorso a bordo del catamarano nel Porto di Saranda in compagnia di Walter si è allungato sempre più e i giorni sono diventati mesi fino che, alla fine della stagione, guardando indietro mi rendo conto che l’estate 2016 ha avuto come protagonisti proprio quei giorni e quei momenti nati dalla combinazione di fattori sfavorevoli ed imprevisti.
E’ sempre così. Il presente è indecifrabile e gli attimi felici sfuggono al controllo della ragione per poi essere restituiti dai ricordi. Una notte eravamo in balia delle onde con un motore in avaria e per tenere fermo il catamarano fummo costretti a calare ben tre ancore; faceva freddo ed era umido e la nottata era distante anni luce da quello che avevamo immaginato e sembrava che tutto andasse storto vanificando ogni nostro sforzo per capitalizzare il nostro tempo. Adesso so che quella sarà una delle notti che non dimenticherò mai e che ogni altra volta in cui sarò a Ksamil mi ricorderò di quei momenti.
A Saranda c’erano le discoteche che suonavano musica orrenda per buona parte della notte e adesso mi mancano; vivevo nel porto e mi sembrava una situazione forzata perché non era mai stata nei miei programmi ma adesso mi viene in mente che da sempre ogni volta che ne avevo l’occasione mi attardavo a passeggiare nelle marine per poter ammirare le barche all’ormeggio e che per tutti quei giorni ho vissuto tra barche stupende che si alternavano agli ormeggi accanto al catamarano e che avevo a mia disposizione un “lupo di mare” come Walter pronto a rispondere a tutte le mie domande sul tipo di barca, sulle vele e sull’utilizzo corretto delle attrezzature. Avrei dovuto pagare per tutto quello!
c’è sempre qualcuno più “Brain and Heart” di te.
Una mattina ci eravamo alzati presto e parlavamo del nostro stile di vita e su come le scelte che facciamo ci portano ad avere esistenze più o meno ricche di esperienze auto gratificandoci a vicenda orgogliosi delle nostre vite così diverse e intense rispetto a quelle dell’uomo “comune”. Dalla barchetta ormeggiata accanto al catamarano è uscito un uomo magro, alto con i capelli lunghi, grigi e raccolti in una coda. Dopo brevissimi convenevoli (sufficienti per capire che il nostro nuovo amico parlava indifferentemente in inglese, francese, tedesco e italiano) l’uomo ci chiese da dove venivamo e cosa facevamo li e subito dopo e con la massima naturalezza raccontò di essere in crociera permanente da 5 anni, di essere partito dalla Svizzera dopo aver venduto tutto, costeggiato l’Africa, attraversato l’Atlantico, risalita la costa Americana risalendo la costa Argentina, Brasiliana, Venezuelana e fino a Panama attraversando il canale per arrivare al Pacifico per poi essere costretto a rientrare per un lutto…c’è sempre qualcuno più “Brain and Heart” di te.
Passavo così tanto tempo a bordo del catamarano che quando scendevo a terra mi veniva il mal di mare. Poi c’era Saranda, così caotica e così “cementificata” che tutti erano sempre pronti a criticare: “troppo cemento” “troppi palazzi” “troppo traffico” “troppa gente” ma a me tutte queste cose piacciono!! Sapete quanto mi manca adesso? Tanto.
Se ripenso a tutte le volte in cui ho percorso la SH 8 da Valona a Saranda in moto attraversando i paesaggi più diversi mi torna alla mente che arrivando a Saranda e quando finalmente ero in vista del lungomare mi sentivo a “casa” e credetemi vuol dire tanto per chi è lontano da tanto tempo dai luoghi in cui ha vissuto.

San Basilio al Tramonto. Ultimo piccolo villaggio sulla SH 8 prima di arrivare a Saranda.
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