Albania e Macedonia
Viaggiare in moto è espressione di una filosofia di vita. I bikers si distinguono da tutti gli altri viaggiatori. Quando si parte in moto il primo desiderio è quello di percorrere tanti chilometri in moto. Ci piace sentire l’accelerazione, la gravità nelle curve e il brivido ad ogni imprevisto.
La méta ha una importanza relativa; si tornerà a casa. Quando la propria casa è la vera méta finale quello che conta davvero è solo il viaggio.
Si cercano itinerari con buona strada, tante curve, paesaggi mozzafiato, tanta natura, verde, mare, montagne; si spera di trovare cibo buono e tanta gente simpatica da incontrare e si parte con il cuore colmo di aspettative.
Viaggiare da soli o in compagnia
Viaggiare soli o in gruppo? Si tratta di due modi di viaggiare molto lontani tra loro. Negli ultimi due anni ho viaggiato tantissimo in moto in lungo e in largo per i Balcani; ho percorso migliaia di chilometri in totale solitudine apprezzando i momenti di introspezione e l’adrenalina. Lungo la strada ho incontrato tanti sconosciuti ed alcuni di loro adesso sono miei amici. Il ricordo della “prima volta” su una strada sconosciuta e semi-deserta è di quelli che appartengono per sempre alla memoria di un biker che ama la moto e tutto quello che rappresenta.
Io amo la solitudine e credo che viaggiare da soli offra un’opportunità unica, specie se il viaggio ha delle componenti avventurose.
Ma, da sempre, chi va in moto è un animale sociale a cui piace ridere, giocare, mangiare bene e “legare”.
Non a caso i “bikers” sono gli unici che si salutano incrociandosi per strada e di certo se ti fermi in moto a fare benzina dove ci sono altre moto quando riparti hai in rubrica almeno tanti amici quante erano le moto.
Viaggiare in gruppo è estremamente diverso ma altrettanto piacevole. Anzi, l’amicizia e la condivisione riescono a dare al viaggio un senso diverso e a far vivere esperienze in cui l’amicizia si rafforza e ritrova il suo vero significato.
Il Viaggio con i “Free Bikers”
Il mio ultimo viaggio però non è stato “in solitaria” e con me c’era una fantastica compagnia. Avevamo un bel programma ed un viaggio meraviglioso ci aspettava: Da Durazzo a Saranda e poi a Girocastro, a Korce e fino a Pogradec per poi arrivare alla Macedonia, al Lago di Orhid e a Tirana.
Come sempre al loro arrivo a Durazzo ci abbiamo messo un pò a rompere il ghiaccio ma sin dalla prima sosta (a Valona) i miei 18 nuovi amici avevano imparato il mio nome ed io iniziavo ad associare i loro alle loro moto. Un gruppo stupendo quello del “Motoclub Free Bikers” di Tricase che mi ha seguito senza mai dubitare anche quando il terreno si faceva difficile e la méta sembrava non arrivare mai.
Le persone speciali non si aggregano mai per caso.
La prima volta che conobbi il Presidente del Motoclub eravamo a Valbona ed il nostro incontro fu sfuggente e casuale. Ma ai veri “Bikers” basta poco per riconoscersi e sin da allora questo viaggio era in programma anche se non scritto.
Fabrizio è un vero leader ed è riuscito a mettere insieme un vero gruppo di amici perfettamente assortito. Tutti bravi, tutti liberi (Free Bikers) ma ognuno rispettoso del suo ruolo, dei compagni di viaggio e dello spirito dei veri bikers. Viaggiare con loro è stato un piacere.
L’itinerario
Il viaggio era davvero bello. Un sogno per molti mototuristi. Alcune tappe davvero lunghe ed impegnative ma la bellezza dei luoghi che abbiamo attraversato, il fascino dell’avventura e i tanti chilometri in moto hanno restituito a tutti (zavorrine comprese) le energie per proseguire. Il primo giorno da Durazzo a Saranda lungo la SH8.

Palase. Llogara Pass
Secondo giorno, il più impegnativo: Da Saranda a Pogradec passando per Korca e attraverso uno dei percorsi più impegnativi a causa del fondo stradale: non asfaltato e nemmeno sterrato che io ho definito “asfalto molto rovinato”. Un vero incubo per il motociclista che deve continuamente adattarsi alla strada.
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Il terzo giorno siamo arrivati in Macedonia, costeggiato il lago di Ohrid e visitato il Parco Nazionale di Galicia.
Al quarto giorno siamo rientrati a Tirana. Poi è venuto il momento dei saluti e, ancora una volta, sono rimasto solo. Una breve pausa fino al prossimo incontro e di certo per sempre in contatto con tutti i miei nuovi amici.
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