Il balletto è una forma d’arte che istintivamente riporta allo sfarzo delle prime nei teatri delle capitali europee dell’ottocento e, nell’immaginario dell’italiano medio, a quello delle prime del Teatro alla Scala di Milano che ormai per la maggior parte delle persone rappresenta uno dei simboli della futilità del capitalismo.
Per riscoprire il vero senso di questa magnifica forma d’arte bisognerebbe che tutti avessero la possibilità di assistere ad una prima del Teatro dell’Opera di Tirana. Qui il balletto ritrova la sua essenza più pura e dello sfarzo ottocentesco che accompagnava le prime sono rimasti solo i candelabri con le candele ( vere, di cera) che accompagnano il pubblico lungo il “red carpet” che conduce in platea. Lungo il cammino splendide ragazze in costume tradizionale regalano garofani rossi. Una volta entrati nel teatro però si compie un vero e proprio balzo nel tempo il cui passare è evidente nei segni sui muri, nella struttura e negli arredi che mostrano tutta la loro età, l’usura del tempo e i colori scoloriti.
In questo contesto, all’aprirsi del sipario, appaiono i sorrisi, la grazia e il talento dei giovanissimi ballerini guidati da un entusiasmo sincero, puro ed esaltante.
Non serve la Scala di Milano a rendere grande lo spettacolo quando la perfezione dei movimenti, la cura nella direzione di scena, la maniacale cura delle scenografie, dei costumi e della esecuzione sono guidati e tenuti insieme dalla grande passione che evidentemente unisce tutti i protagonisti in scena.
Uno spettacolo che forse solo in un contesto come questo, in qualunque stagione, è capace di far rivivere in ognuno degli spettatori la magia del Natale e a rendere reale e tangibile il sogno della protagonista.
A Tirana il balletto ha ritrovato la sua vera essenza.
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