Se vogliamo sperare ancora in un futuro di crescita sostenibile e di sviluppo armonioso abbiamo bisogno di persone complete, e non di persone dimezzate, che si limitino ad essere soltanto fedeli esecutori, diligenti riproduttori, docili strumenti senza volontà.
Ci servono uomini e donne interi, che sappiano padroneggiare tutte le risorse della natura umana, non solo la razionalità e la logica, ma anche l’emozionalità, la creatività e l’immaginazione. Eppure i principali temi su cui per anni la nostra società si è concentrata sono stati soltanto due: sapere e saper fare.
In molti casi continuano ad essere le sole competenze richieste a chi accede ai vari livelli nel mercato del lavoro. Oggi, tuttavia, una persona che limiti le sue competenze al sapere e al saper fare è ben lontana dall’essere quella persona completa e armoniosa in grado di interagire in modo efficace in una società complessa come quella attuale.
Insieme agli aspetti cognitivi e razionali del “Sapere” (conoscenze – knowledge) e del “Saper fare” (abilità – skills), è necessario attivare qualcosa che sta nel profondo, nelle sfere più intime di ognuno di noi: il “Saper essere” (motivazioni, valori – attitudes) e il “Saper sentire” (sentimenti – feelings)”.
Sapere, saper fare. Saper essere, saper sentire. Affiancare alle competenze di ordine cognitivo anche quelle di carattere emotivo, sia nella fase dell’apprendimento che in quella dell’azione. In altre parole, saper far lavorare insieme mente e cuore. Il nostro processo di crescita e di evoluzione come esseri umani è come una bella zuppa inglese, dove la ciambella è la ragione (mente) e il liquore l’emozione (cuore). L’emozione si infiltra nei processi e nelle attività cognitive come il liquore in una pasta dolce. Li gonfia e li imbeve di sé condizionando profondamente le scelte e modificandone fluidità e potenza.
“Far scorrere il sangue di Dioniso nelle vene di Apollo: questo è ciò che dovremmo saper ottenere nel nostro vivere, dove Dioniso rappresenta l’energia vitale, magnetica, esuberante, mentre Apollo impersonifica l’armonia e la razionalità”.
Le scoperte delle neuroscienze, la necessità di saper sviluppare armoniosamente il potenziale razionale e conscio, insieme a quello emotivo e inconscio della nostra persona, è confermato dalle recenti scoperte nel campo delle neuroscienze cognitive.
Lo sviluppo della tecnologia, specie in ambito diagnostico, ha consentito di aprire la scatola nera del cervello e di costruire delle ipotesi sempre più realistiche sulle cause del comportamento umano. E’ diventato così possibile studiare fenomeni come le emozioni e le sensazioni, che in passato venivano tralasciate dai modelli razionali economici perché impossibili da misurare. E i risultati hanno portato a una vera e propria rivoluzione. Come ricorda Colin Camerer in “Neuroeconomia”, “uno dei risultati più importanti di questa rivoluzione neurocognitiva è di aver ottenuto la prova osservativa della prevalenza, nell’attività psicologica, della componente affettiva e automatica su quella cognitiva e controllata.”
Studi recenti dimostrano che tutta la nostra razionalità, la nostra pretesa di controllare tutto con la nostra mente conscia non è che un misero 5% di tutta la nostra attività cerebrale. E’ l’emisfero destro che gestisce il 95% delle informazioni. Mentre la mente conscia degli esseri umani riesce ad eseguire soltanto da 3 a 7 operazioni simultaneamente, la mente inconscia (quindi l’emisfero destro del cervello) può guidare oltre 64.000 attività simultaneamente.
Il neurofisiologo Antonio Damasio si spinge a sostenere che perfino la capacità di decidere è situata in quella parte della mente che controlla le emozioni e i sentimenti. Egli ci riporta il caso di pazienti con danni nella regione prefrontale che sembravano aver perduto le capacità di provare alcune delle più comuni emozioni. La scoperta eclatante è che l’assenza di emozioni si accompagna quasi di regola all’incapacità di decidere in situazioni che riguardano i propri interessi o quelli degli altri. In altre parole, senza i nostri sentimenti (senza il “cuore”, quindi) siamo incapaci di prendere decisioni che ci proteggano e ci difendano dal pericolo!
La mente da sola non basta, essa deve essere in grado di dialogare anche con il cuore: è lì che si prendono le decisioni cruciali per il nostro vivere!
Armonizzare mente e cuore.
Lo sviluppo di questi studi ha dato vita a nuove discipline, come ad esempio la neuroeconomia, grazie alla quale è diventato possibile studiare fenomeni come le emozioni e le sensazioni, che in passato venivano tralasciate dai modelli razionali economici perché impossibili da misurare. “Che cosa dicono gli studi sulla neuroeconomia? Che l’azione economica generata dalla capacità cosciente e razionale di calcolare, previsto dall’economia tradizionale, è spesso sopraffatta da fattori di tipo emozionale e affettivo.” Ciò che risulta da queste rivoluzionarie scoperte si pone in aperta contrapposizione con quelli che sono i comportamenti abituali che siamo soliti adottare nella nostra esperienza quotidiana. Mentre in virtù della nostra formazione culturale e sociale siamo soliti effettuare le scelte e prendere le decisioni facendo ricorso unicamente alla logica e e alla razionalità, allontanandoci terrorizzati dall’idea di far appello ai nostri sentimenti e al nostro inconscio, le neuroscienze ci dimostrano che, sfruttando appieno le straordinarie risorse della nostra mente e armonizzandole con quelle del cuore, noi potremmo ottenere risultati di gran lunga più efficaci.
In particolare, sono questi i comportamenti che dovremmo imparare ad adottare:
• imparare ad affidare anche alle emozioni le nostre capacità decisionali e le nostre scelte;
• fare un uso molto maggiore dei processi automatici ed inconsci;
• mantenere in stretto e costante collegamento emozionalità e razionalità;
• studiare e riprodurre i modelli comportamentali e di pensiero costruiti e adottati dalle grandi menti delle persone che ci hanno preceduto.
L’importanza del saper essere e del saper sentire, la necessità di saper unire conoscenza razionale e passione, la capacità di valorizzazione delle potenzialità inconsce del nostro cervello, sono gli ingredienti indispensabili per giungere alla costruzione di quelle persone intere, delle quali abbiamo detto che la nostra società ha bisogno.
Come fare a sviluppare queste capacità? E’ qui che può fare il suo ingresso in scena la musica, che è la disciplina di cui mi occupo nella mia vita professionale ed artistica. L’intelligenza musicale rappresenta il modello di eccellenza a cui guardare per trovare la direzione giusta da seguire, per imparare ad integrare armoniosamente mente e cuore nel nostro vivere. Ma di questo parleremo nel prossimo post.
Giorgio Fabbri
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